lunedì 13 aprile 2015

Le origini del calcio e l’invenzione di John Alexander Brodie che ne rivoluzionò il gioco





Il prototipo del gioco del calcio come lo conosciamo oggi nacque il 24 ottobre 1857 attraverso la fondazione dello Sheffield Football Club, il più antico club del mondo tuttora in vita che attualmente milita nell’ottava serie del calcio inglese, la Northern Premier League Division One South.
Anni più tardi, il 26 ottobre 1863 il calcio ottenne anche un riscontro istituzionale. Alla Free Mason's Tavern di Londra si riunirono infatti i rappresentanti di undici club e associazioni sportive per creare la prima federazione calcistica nazionale che prenderà il nome di Football Association.

Scopo primario dei partecipanti era codificare in maniera organica e omogenea il nuovo gioco. Ne venne fuori un regolamento, che però mostrava in maniera evidente l’influsso all’interno del calcio dell’altro sport per eccellenza all’interno del mondo anglosassone: il rugby. Così, il 24 novembre dello stesso anno i membri della Football Association si riunirono nuovamente per cercare una soluzione: da un lato Mr. Morley (Segretario dell'associazione), era deciso ad eliminare la matrice rugbystica dal calcio, dall'altro Mr. Campbell (Presidente del club Blackheat), si ergeva ad estremo difensore di quella impostazione. Alla fine prevalsero le ragioni di Morley ed il successivo 8 dicembre furono apportate importanti modifiche al regolamento: nessun giocatore poteva infatti più correre con la palla tra le mani o caricare l'avversario. Era la svolta: il calcio come noi lo intendiamo oggi era finalmente nato.

Nel 1871 furono codificate le dimensioni del pallone e fece la sua comparsa la figura del portiere come unico giocatore al quale fosse consentito toccare la palla con le mani, mentre nel 1878 l’arbitro venne dotato per la prima volta di un fischietto per dirigere una gara.
I primi campi da gioco altro non erano che appezzamenti  di terra dove venivano tracciate le linee laterali e installati pali e traverse di ciascuna porta. Restava però un grosso problema: mancavano le reti ed era difficile per arbitri, giocatori e spettatori stabilire se la palla fosse entrata nei pali o meno. Tutto cambiò nel 1889, quando durate un incontro tra Everton ed Accrington non fu concessa un gol ai Toffees che a molti sembrò essere valido.
Per fortuna di tutte le successiva generazioni, ad assistere a quel match era presente un tifoso dell’Everton alquanto particolare. Si chiamava John Alexander Brodie e di mestiere faceva l’ingegnere civile. Quella volta, dinanzi ai suoi occhi, si materializzò l’occasione perfetta che lo portò a rivoluzionare per sempre il gioco del calcio.

Nato a Liverpool nel 1858, Brodie fu autore di molti progetti nel campo dell’ingegneria civile sia in campo nazionale che internazionale.  definì l’invenzione delle reti per le porte da calcio come la sua più grande intuizione. Fu infatti tra i promotori della tecnologia delle case in prefabbricato e l’autore del progetto della prima tangenziale mai costruita in Inghilterra.
Quel giorno, però, la sua mente fu scossa dalla mancata concessione del gol all’Everton. Bisognava cambiare, trovare qualcosa che desse la certezza di convalidare una rete senza incorrere nel rischio di errore. Fu a questo punto che Brodie inventò le reti. Dopo averle testate in vari a Stanley Park, l’ingegnere depositò il brevetto definitivo ed approvato il 27 novembre del 1890.
Rimaneva solo un’ultima fatica da compiere: convincere la Football Association dell’utilità della sua invenzione. Nel gennaio del 1891 Brodie ottenne il permesso di testare le sue reti durante una partita amichevole. La prova fu riconosciuta come valida e venne utilizzata come test definitivo per la finale di FA Cup del 21 marzo 1891 giocata all’Oval di Londra.
Fu un successo unanime e la Football League deliberò l’utilizzo delle reti in tutte le partite di campionato. Nessuna controversia relativa ad un gol sarebbe più scaturita durante un incontro di calcio.

Negli anni a venire Brodie definì questa sua invenzione quella di cui andava più fiero tra tutte quelle da lui progettate. Visti i risultati, appare impossibile dargli torto. Per oltre un secolo – quando la Goal Line Technology era ancora materia sconosciuta – l’unica certezza di aver segnato era rappresentata dal rumore del pallone che andava ad abbracciare le maglie della rete. E John Alexander Brodie, che di mestiere faceva l’ingegnere civile ed era abituato a costruire strade ed edifici, diventò il padre del brevetto che cambiò per sempre il sapore di segnare un gol. Assoluta normalità al giorno d’oggi, ma all’epoca niente era così scontato.

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