Il prototipo del gioco del calcio
come lo conosciamo oggi nacque il 24 ottobre 1857 attraverso la fondazione
dello Sheffield Football Club, il più antico club del mondo tuttora in vita che
attualmente milita nell’ottava serie del calcio inglese, la Northern Premier League Division One South.
Anni più tardi, il 26 ottobre 1863 il calcio ottenne anche un
riscontro istituzionale. Alla Free Mason's Tavern di Londra si riunirono
infatti i rappresentanti di undici club e associazioni sportive per creare la
prima federazione calcistica nazionale che prenderà il nome di Football
Association.
Scopo primario dei partecipanti era codificare in maniera organica e omogenea il nuovo gioco. Ne venne fuori un regolamento, che però mostrava in maniera evidente l’influsso all’interno del calcio dell’altro sport per eccellenza all’interno del mondo anglosassone: il rugby. Così, il 24 novembre dello stesso anno i membri della Football Association si riunirono nuovamente per cercare una soluzione: da un lato Mr. Morley (Segretario dell'associazione), era deciso ad eliminare la matrice rugbystica dal calcio, dall'altro Mr. Campbell (Presidente del club Blackheat), si ergeva ad estremo difensore di quella impostazione. Alla fine prevalsero le ragioni di Morley ed il successivo 8 dicembre furono apportate importanti modifiche al regolamento: nessun giocatore poteva infatti più correre con la palla tra le mani o caricare l'avversario. Era la svolta: il calcio come noi lo intendiamo oggi era finalmente nato.
Nel 1871 furono codificate le
dimensioni del pallone e fece la sua comparsa la figura del portiere come unico
giocatore al quale fosse consentito toccare la palla con le mani, mentre nel
1878 l’arbitro venne dotato per la prima volta di un fischietto per dirigere
una gara.
I primi campi da gioco altro non
erano che appezzamenti di terra dove
venivano tracciate le linee laterali e installati pali e traverse di ciascuna
porta. Restava però un grosso problema: mancavano le reti ed era difficile per
arbitri, giocatori e spettatori stabilire se la palla fosse entrata nei pali o
meno. Tutto cambiò nel 1889, quando durate un incontro tra Everton ed
Accrington non fu concessa un gol ai Toffees che a molti sembrò essere valido.
Per fortuna di tutte le successiva
generazioni, ad assistere a quel match era presente un tifoso dell’Everton
alquanto particolare. Si chiamava John Alexander Brodie e di mestiere faceva
l’ingegnere civile. Quella volta, dinanzi ai suoi occhi, si materializzò
l’occasione perfetta che lo portò a rivoluzionare per sempre il gioco del
calcio.
Nato a Liverpool nel 1858, Brodie fu
autore di molti progetti nel campo dell’ingegneria civile sia in campo
nazionale che internazionale. definì
l’invenzione delle reti per le porte da calcio come la sua più grande
intuizione. Fu infatti tra i promotori della tecnologia delle case in
prefabbricato e l’autore del progetto della prima tangenziale mai costruita in
Inghilterra.
Quel giorno, però, la sua mente fu
scossa dalla mancata concessione del gol all’Everton. Bisognava cambiare, trovare
qualcosa che desse la certezza di convalidare una rete senza incorrere nel
rischio di errore. Fu a questo punto che Brodie inventò le reti. Dopo averle
testate in vari a Stanley Park, l’ingegnere depositò il brevetto definitivo ed
approvato il 27 novembre del 1890.
Rimaneva solo un’ultima fatica da
compiere: convincere la Football Association dell’utilità della sua invenzione.
Nel gennaio del 1891 Brodie ottenne il permesso di testare le sue reti durante
una partita amichevole. La prova fu riconosciuta come valida e venne utilizzata
come test definitivo per la finale di FA Cup del 21 marzo 1891 giocata all’Oval
di Londra.
Fu un successo unanime e la
Football League deliberò l’utilizzo delle reti in tutte le partite di
campionato. Nessuna controversia relativa ad un gol sarebbe più scaturita
durante un incontro di calcio.
Negli anni a venire Brodie definì
questa sua invenzione quella di cui andava più fiero tra tutte quelle da lui
progettate. Visti i risultati, appare impossibile dargli torto. Per oltre un
secolo – quando la Goal Line Technology era ancora materia sconosciuta –
l’unica certezza di aver segnato era rappresentata dal rumore del pallone che
andava ad abbracciare le maglie della rete. E John Alexander Brodie, che di
mestiere faceva l’ingegnere civile ed era abituato a costruire strade ed
edifici, diventò il padre del brevetto che cambiò per sempre il sapore di
segnare un gol. Assoluta normalità al giorno d’oggi, ma all’epoca niente era
così scontato.
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