martedì 14 aprile 2015

I Wolves e quel passato glorioso che fece innamorare George Best





Non è da tutti essere stati la squadra del cuore di George Best, uno che il migliore lo era per davvero.
Il destino a volte è strano e nel 1954 fece incontrare il club che in quel momento era il migliore con colui che lo sarebbe presto diventato: il Wolverhampton Wanderers e George Best, il presente e il futuro del concetto di football elevato alla massima potenza.

Il Belfast Boy all’epoca aveva solo otto anni, ma la passione per il calcio gli scorreva già nelle vene. La sua famiglia non aveva però la tv in casa, così il piccolo George si recava spesso e volentieri a casa del vicino per guardare le (poche) partite allora trasmesse in diretta. E proprio qui, quasi per caso, si innamorò a prima vista dei Wolverhampton Wanderers, la prima squadra non nordirlandese che egli vide nel piccolo schermo. All’epoca i Wolves  avevano appena vinto il titolo nazionale, il primo in assoluto nella loro storia. Giocavano un calcio sublime, spettacolare, riempiendo di 55mila posti il Molineux. Le loro partite ipnotizzarono a tal punto Best da spingerlo a desiderare di vestire quella divisa oro che tanto lo affascinava. Il destino però gli riservò la maglia rossa del Manchester United, club con cui vinse tutto e di cui diventò un’icona, la prima in assoluta in una società dove il calcio era lontano anni luce da quello attuale.
Lo stesso Wolverhampton divenne negli anni ’50 icona di un gioco sopraffino, ribattezzato Kick and rush (Calcio e corsa), che valse al club la nomea di “squadra più forte del mondo” dopo le amichevoli notturne giocate al Molineux -uno dei primi stadi internazionali a dotarsi di riflettori e teatro dei primi match della Coppa dei Campioni- con club assai più forti come Borussia Dortmund, Real Madrid e Honved di Budapest.

L’epopea si raggiunse nel decennio compreso tra il 1949 e il 1960, quando furono messe in bacheca 2 FA Cup (1949-50 e 1959-60), 3 titoli nazionali (1953-54, 1957-58 e 1958-59) e 4 Charity Shield (1949, 1954, 1959, 1960).  Tuttavia, le basi per i successi di quel periodo si intravidero già negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, quando il Wolverhampton si affermò come uno dei migliori club del paese, arrivando a sfiorare il titolo più di una volta (1938 e 1939) e perdendo una finale di FA Cup nel 1939.
Alla ripresa del campionato, i Wolves fallirono l’ennesima occasione di conquistare per la prima volta il titolo di Campione d’Inghilterra all’ultima giornata. Dopo quella partita, Stan Cullis smise di giocare per il club e ne divenne allenatore: fu la svolta che lo consacrò nell’olimpo dei manager e che pose le fondamenta di una squadra che dominò in patria in lungo e in largo. Cullis vinse la FA Cup 1948-49, competizione che mancava da 41 anni, e il Charity Shield 1949. Gli anni ’50 videro il primo trionfo nella First Division a discapito degli storici rivali del West Bromwich Albion e la conquista di altri due titoli nazionali consecutivi, sfiorando persino il terzo di fila per un solo punto, una FA Cup e due Charity Shield.

Gli anni seguenti portarono più dolori che gioie, le uniche delle quali furono 2 League Cup (1973-74 e 1979-80) e una Texaco Cup nel 1971, inframmezzate da una sconfitta nella finale della Coppa UEFA 1971-72 contro il Tottenham. Da lì in poi al Molineux non videro più una briciola di un trofeo e iniziò una fase discendente che trascinò il club fino alla Fourth Division. La squadra seppe risorgere dalle proprie ceneri e negli anni ’90 iniziò un processo che la portò dapprima alla Championship e successivamente alla Premier League.  Nella massima categoria i Wolves resistettero tre anni, prima di andare incontro a due retrocessione consecutive che li relegarono in League One. Al primo anno nella terza serie dominarono il campionato, classificandosi primi  con 103 punti e tornando immediatamente in Championship, lega dalla quale sperano un giorno di spiccare il volo verso l’olimpo della Premier League. Perché una squadra con una storia tanto gloriosa e affascinante non può che meritare di essere laddove stanno i migliori, lì dove George Best debuttò a 17 anni nel 1963 contro il West Bromwich Albion. Passano i tempi, cambiano le mode, ma quel Wolverhampton che stregò un ragazzino nordirlandese di soli otto anni continua a mantenere intatto il fascino di un’epoca calcistica che ormai rivive soltanto negli annali di storia.

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