Non fosse stato per quell’amichevole, forse non avremmo mai
sentito parlare della tanto decantata Selecao
brasiliana. Forse, senza quella partita disputata quasi per caso, il Brasile
futuro penta campione del mondo avrebbe visto la propria nascita chissà quanti
anni più tardi.
Correva il 20 luglio 1914, quando l’Exeter City –piccolo
club del Devon, Inghilterra, nato solo dieci anni prima- giunse in Sudamerica
per una tournèe estiva volta a finanziare le casse della società. Circa 50 anni
prima gli inglesi avevano inventato il football
e avevano già contribuito a esportarlo in Brasile e Argentina, venendo accolti
con il rispetto e la reverenza tributati agli eroi.
L’Exeter giocò 6 amichevoli in Argentina e prolungò la
trasferta accogliendo l’invito, declinato in precedenza da Nottingham Forest e
Southampton, di disputare altri due match in Brasile. I Grecians avrebbero dovuto giocare a Rio de Janeiro e a San Paolo,
ma decisero di partecipare solo al match in programma a Rio, allora capitale
del Brasile. Questa scelta costrinse i club dei due stati brasiliani a creare
un’unica squadra, mischiando i migliori giocatori presenti da una parte e
dall’altra. Nacque così la Nazionale Brasiliana di calcio, nota come Selecao (traduzione dell’inglese Selection), che disputò la sua prima
partita in assoluto proprio contro l’Exeter City all’Estadio das Laranjeiras di
Rio, centro tecnico del club che però gioca attualmente le sue partite al
Maracanà.
Gli intrepidi giocatori del Devon, che qualche giorno prima
si erano presi una denuncia per atti osceni in luogo pubblico dopo un tuffo
notturno nell’Atlantico, giocarono con la tipica durezza inglese, allora
materia sconosciuta al pubblico di casa, e a farne le spese fu la prima grande
stella brasiliana, il mulatto Arthur Friedenreich, che nel corso dell’incontro
perse due denti. A prevalere fu comunque la maggiore tecnica dei padroni di casa
che vinsero 2-0.
L’Exeter tornò in Inghilterra stremato dall’infinito viaggio
in nave, dagli insetti e dal caldo, destinato a perdere gran parte di quella
squadra nelle trincee della Prima Guerra Mondiale. Di quel gruppo sopravvisse
il solo portiere Dick Pym, poi vincitore della FA Cup del 1923 col Bolton (già,
avete capito, la White Horse Final).
Il 20 luglio 2014, a distanza di cent’anni esatti da quella
storica partita, l’Exeter e l’U23 del Flumimense (la prima squadra è già alle
prese con il campionato), si sono sfidate in un match commemorativo, dando il
calcio d’inizio con il pallone di allora, ancora custodito nel museo della
Fluminense, mentre nel Devon si sono ricordati di quella volta in cui “We played Brazil”. Sulle tribune del
vecchio impianto erano presenti 9.000 persone, tra cui ben 600 arrivati da
Exeter, in virtù delle altre due amichevoli che la squadra disputerà in
Brasile. Alla fine i Grecians non
hanno avuto la rivincita per il ko di cent’anni fa. La partita è finita senza
vincitori né vinti. Zero a zero, pari e patta. E’ passato ormai un secolo da
quella volta, con gli allievi brasiliani che non hanno tardato nel superare i
loro Maestri, mentre l’Exeter ha avuto una storia avara di successi e
soddisfazioni. Mai una volta sopra la terza serie, sempre in bilico tra
Football League e Conference e prossimo a disputare per il terzo anno
consecutivo il campionato di Football League Two. Ma il ricordo di quel 20
luglio 1914 resta il più bel capitolo in 110 anni di storia di questa piccola
realtà del Devon, di cui i suoi tifosi continuano ad esserne fieri. Quando i
piccoli maestri dell’Exeter City sfidarono la prima Selecao mai vista, contribuendo alla nascita del mito e della
leggenda che aleggiano dietro quei colori verde-oro della Nazionale Brasiliana.
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