lunedì 13 aprile 2015

20 luglio 1914: quando l’Exeter City diede i natali alla Selecao





Non fosse stato per quell’amichevole, forse non avremmo mai sentito parlare della tanto decantata Selecao brasiliana. Forse, senza quella partita disputata quasi per caso, il Brasile futuro penta campione del mondo avrebbe visto la propria nascita chissà quanti anni più tardi.
Correva il 20 luglio 1914, quando l’Exeter City –piccolo club del Devon, Inghilterra, nato solo dieci anni prima- giunse in Sudamerica per una tournèe estiva volta a finanziare le casse della società. Circa 50 anni prima gli inglesi avevano inventato il football e avevano già contribuito a esportarlo in Brasile e Argentina, venendo accolti con il rispetto e la reverenza tributati agli eroi. 

L’Exeter giocò 6 amichevoli in Argentina e prolungò la trasferta accogliendo l’invito, declinato in precedenza da Nottingham Forest e Southampton, di disputare altri due match in Brasile. I Grecians avrebbero dovuto giocare a Rio de Janeiro e a San Paolo, ma decisero di partecipare solo al match in programma a Rio, allora capitale del Brasile. Questa scelta costrinse i club dei due stati brasiliani a creare un’unica squadra, mischiando i migliori giocatori presenti da una parte e dall’altra. Nacque così la Nazionale Brasiliana di calcio, nota come Selecao (traduzione dell’inglese Selection), che disputò la sua prima partita in assoluto proprio contro l’Exeter City all’Estadio das Laranjeiras di Rio, centro tecnico del club che però gioca attualmente le sue partite al Maracanà.

Gli intrepidi giocatori del Devon, che qualche giorno prima si erano presi una denuncia per atti osceni in luogo pubblico dopo un tuffo notturno nell’Atlantico, giocarono con la tipica durezza inglese, allora materia sconosciuta al pubblico di casa, e a farne le spese fu la prima grande stella brasiliana, il mulatto Arthur Friedenreich, che nel corso dell’incontro perse due denti. A prevalere fu comunque la maggiore tecnica dei padroni di casa che vinsero 2-0.

L’Exeter tornò in Inghilterra stremato dall’infinito viaggio in nave, dagli insetti e dal caldo, destinato a perdere gran parte di quella squadra nelle trincee della Prima Guerra Mondiale. Di quel gruppo sopravvisse il solo portiere Dick Pym, poi vincitore della FA Cup del 1923 col Bolton (già, avete capito, la White Horse Final).

Il 20 luglio 2014, a distanza di cent’anni esatti da quella storica partita, l’Exeter e l’U23 del Flumimense (la prima squadra è già alle prese con il campionato), si sono sfidate in un match commemorativo, dando il calcio d’inizio con il pallone di allora, ancora custodito nel museo della Fluminense, mentre nel Devon si sono ricordati di quella volta in cui “We played Brazil”. Sulle tribune del vecchio impianto erano presenti 9.000 persone, tra cui ben 600 arrivati da Exeter, in virtù delle altre due amichevoli che la squadra disputerà in Brasile. Alla fine i Grecians non hanno avuto la rivincita per il ko di cent’anni fa. La partita è finita senza vincitori né vinti. Zero a zero, pari e patta. E’ passato ormai un secolo da quella volta, con gli allievi brasiliani che non hanno tardato nel superare i loro Maestri, mentre l’Exeter ha avuto una storia avara di successi e soddisfazioni. Mai una volta sopra la terza serie, sempre in bilico tra Football League e Conference e prossimo a disputare per il terzo anno consecutivo il campionato di Football League Two. Ma il ricordo di quel 20 luglio 1914 resta il più bel capitolo in 110 anni di storia di questa piccola realtà del Devon, di cui i suoi tifosi continuano ad esserne fieri. Quando i piccoli maestri dell’Exeter City sfidarono la prima Selecao mai vista, contribuendo alla nascita del mito e della leggenda che aleggiano dietro quei colori verde-oro della Nazionale Brasiliana.

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